L’illustrazione semplice e immediata è il metodo di comunicazione scelto da Cecilia Roda, in arte Lilybris, per raccontare ciò che i suoi occhi vedono e ciò che il suo cuore sente. Disegni che mettono in luce anche questioni profonde, come nel caso del suo primo libro “Sette giorni al mese”, dedicato all’esplorazione dell’universo femminile.
In questa intervista ci ha raccontato cos’è per lei l’illustrazione, come nasce il suo pseudonimo e molto altro.

Salve Cecilia, ci racconta come e quando nasce la sua passione per l’illustrazione, divenuta poi il suo lavoro?
Ho sempre amato disegnare. Fin da piccola, disegnare mi ha permesso di ritagliarmi lo spazio di cui sentivo il bisogno, un luogo che fosse solo mio e in cui potermi sentire al sicuro, dandomi l’occasione di creare storie e raccontare il mondo attraverso i miei occhi ma, soprattutto, attraverso ciò che sentiva il mio cuore. Disegnare, ancora oggi, mi permette di dare una tridimensionalità a quello che vivo, penso e sento; a volte me lo spiega, ed è un processo che difficilmente riesco a spiegare a parole. È un momento di intimità nel quale il mio mondo interiore si manifesta, è la libertà di potermi esprimere e di semplificare quel mondo esterno troppo spesso complesso e complicato.
Sebbene nella mia vita quotidiana mi occupi di ricerca e selezione del personale, Lilybris ha conquistato – negli ultimi cinque anni, un passo per volta – una grande fetta del mio tempo e mi ha dato l’occasione di collaborare con tante importanti realtà a livello nazionale: mi piace che questo processo sia lento, naturale e che possieda la stessa autenticità che metto nei miei disegni.
Lilybris è il suo pseudonimo artistico e deriva dal personaggio di Lily Briscoe in Gita al faro di Virginia Woolf. Come mai si è ispirata proprio a questo personaggio?
Lily Briscoe è il personaggio-artista di Gita al Faro e ho deciso di prendere ispirazione proprio da lei per il mio pseudonimo artistico perché rappresenta alla lettera ciò che Lilybris significa per me. Lily Briscoe, pur non essendo uno dei personaggi principali del romanzo, possiede in sé una fortissima connotazione simbolica: per tutto l’arco di tempo coperto dal romanzo, Lily cerca, senza successo, di completare il suo quadro. È solo nell’atto finale del romanzo, che, dopo dieci anni nella storia narrata, Lily Briscoe ha una visione ed è proprio questa visione che le permette di completare il suo quadro. La nascita di Lilybris rappresenta per me proprio questo: il momento esatto in cui sono riuscita chiudere un cerchio e, contestualmente, l’apertura di un nuovo capitolo sempre in evoluzione.


Ad oggi vanta collaborazioni di altissimo livello, ma cosa rappresenta per lei l’illustrazione?
Per me l’illustrazione è un punto di vista, un modo per raccontare il mondo agli altri e regalare una chiave di lettura che sappia parlare al “dentro” di ognuno, toccando corde intime e private, e che sappia risvegliare ricordi, stati d’animo o desideri, restituendo un po’ di fiducia e amore. I nostri sentimenti, le nostre emozioni, sono la cosa più importante che abbiamo e non dovremmo mai dimenticarcene e, soprattutto, mai vergognarcene. Come ho detto durante il mio TedX, l’arte è una storia che non smette mai di esistere e di evolvere.
La sua arte, così semplice e immediata, raggiunge bambini e adulti con messaggi molto importanti. Com’è arrivata a fare suo questo stile?
La semplicità è la mia terapia alla complicazione. Disegnare questi omini così semplici ed essenziali mi ha permesso e mi permette, tutt’ora, di vedere con più chiarezza il mondo, di andare al nòcciolo delle cose, senza fare troppi voli pindarici (quelli che solitamente faccio!). Disegnando la semplicità ho capito che questa non è mai una banalizzazione del mondo ma un modo per avvicinarsi alla propria essenza conservando lo spirito puro del bambino che vede le cose per la prima volta e le spiega (e se le spiega) nel modo più immediato che conosce.


L’empowerment femminile, il gender gap, ma anche il tabù delle mestruazioni sono temi principali nel suo primo libro “Sette giorni al mese”. Ci racconta il processo creativo dietro quest’opera?
“Sette giorni al mese. Battaglie illustrate dell’essere donna” nasce come una sfida: l’idea di poter raccontare attraverso un percorso articolato sui sette giorni della settimana, le tante sfaccettature dell’universo femminile. È un libro illustrato che parla della condizione della donna, delle sue battaglie (a difesa del diritto al lavoro o contro gli stereotipi di genere e la discriminazione), dei suoi dubbi, così come dell’affermazione della libertà del proprio corpo. Ho scritto / disegnato questo libro in maniera del tutto istintiva: è stato molto interessante per me perché ho lasciato che fosse proprio Lilybris a dirmi dove andare. Ho iniziato a disegnare e poi mi sono semplicemente lasciata trasportare.
Oltre all’illustrazione, cosa ama Lilybris?
Cecilia ama osservare il mondo, il giallo, gli animali, i carboidrati, le cose genuine, la gentilezza, la quotidianità, i libri. Lilybris ama mostrare, a Cecilia prima di tutti, che la vita può essere presa con più leggerezza.
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