L’arte afroamericana ed Elizabeth Catlett

Parlare di arte afroamericana vuol dire parlare di cultura e tradizioni, ma anche di diritti. In questo scenario, Elizabeth Catlett è stata una delle prime artiste a trattare temi di importanza mondiale, riportati poi alla luce da molti altri nel corso degli anni.

Tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, l’arte afroamericana è stata protagonista con la corrente artistica Black Arts Movement. Questo perché il movimento ha permesso al popolo di andare contro le ideologie dell’epoca, iniziando ad affermare i propri diritti. Non solo nell’arte, ma anche nella letteratura, nella musica, nel teatro e in altre manifestazioni culturali.

A tal proposito, nel 2021, il regista Sam Pollard ha diretto un documentario con l’obiettivo di mettere in luce l’impegno degli artisti afroamericani: Black Art Matters. Il film viene ideato sulla base della mostra evento Two Centuries of Black American Art” di David Driskell tenutasi nel 1976 che, con oltre 200 opere e 63 artisti, ha segnato in modo indelebile il settore artistico e non solo.

“‎Sono nata negli Stati Uniti e vivo in Messico dal 1946. Credo che tutti questi stati dell’essere abbiano influenzato il mio lavoro e lo abbiano reso ciò che vedete oggi. Mi ispiro ai neri e ai messicani, i miei due popoli. La mia arte parla per entrambi i miei popoli”

Elizabeth Catlett, Elizabeth Catlett: An American Artist in Mexico

Elizabeth Catlett nasce nel 1915 a Washington, per poi trasferirsi in Messico nel 1946. Il Messico l’ha salvata, portandola lontana dalle leggi ormai sempre più crudeli di Jim Crow e dandole la possibilità di entrare in contatto con altre forme d’arte. È proprio qui che la Catlett sviluppa tutta la sua attività artistica.

Le sue opere e sculture sono conosciute per essere state manifesti a difesa dei diritti degli afroamericani, delle donne e dei bambini. Non solo questo a renderla una delle artiste più conosciute ad oggi, ma anche l’essere stata la prima donna afroamericana a conseguire un Master in Fine Arts, per giunta dopo essere stata esclusa dal Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh per il colore della sua pelle.

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