LUCREZIA WORTHINGTON: quando la passione per il viaggio incontra il giornalismo

Quando la passione per il viaggio incontra il giornalismo, ma anche la determinazione, succede quello che è successo a Lucrezia Worthington. Travel Journalist e Social Media Manager, Lucrezia è una ragazza che ha viaggiato molto sin da piccola e nel corso degli anni ha trasformato questo nel suo lavoro. Ci ha parlato del suo rapporto con i social, della sua meta preferita, del suo progetto The Italy Insider e di molto altro.

Sei una ragazza giovane, con molti interessi e una carriera ben solida. Ci racconti di come arrivi al travel journalism?

A 3 settimane ho preso il primo volo per l’Italia (ho anche il battesimo in volo dell’Alitalia). Avendo genitori tra l’Italia e l’Inghilterra mi sono spostata molto frequentemente e quindi l’idea di essere in viaggio per me è casa. Ho sempre amato scrivere (avevo anche il famoso ‘travel blog’ di cui mi vergogno incredibilmente) e avendo stretto un lavoro con Condé Nast Traveller UK la mia passione per il giornalismo si è consolidato e non solo – viaggiando spesso e scoprendo chicche, tramite instagram ho sempre voluto condividere e diventare un punto di riferimento per i miei followers.

Hai viaggiato molto e avrai molti posti nel cuore, ma ce n’è uno che più di tutti ti ha segnato?

Senza dubbio Bali, è un posto che ha inciso profondamente nel mio cuore. Il primo posto dove sono andata da sola e, da ché sarei dovuta rimanere un mese, sono rimasta un anno. Se non fosse stato per il COVID probabilmente starei ancora lì. Scherzi a parte è un luogo magico, dove il tempo non esiste. Vivi a seconda dell’alba e del tramonto, tra yoga e spiaggia, cocco e smoothie bowls. Per non parlare della natura incontaminata – le palme di banano, le cascate nascoste e le persone così gentili. Sicuramente ha le sue debolezze, come essere tra i paesi più inquinati al mondo ma questo è anche un bene perché spinge a riflettere per davvero su come aiutare il pianeta. 

“Crediamo che lo scopo di un viaggio sia quello di abbracciare nuove culture, imparare nuovi mestieri, assaporare il cibo locale, recuperare le energie ed esplorare l’ignoto”. Questo è il pensiero alla base di The Italy Insider, un progetto che hai fondato insieme a Teresa Cremona e Sara Magro. Come e quando nasce l’idea? 

Diciamo che il concetto base editoriale nasce qualche anno fa dalle grandi menti di Teresa Cremona e Sara Magro – con le quali mi sono unita con le mie abilità digital/social e insieme abbiamo dato via al progetto. Ci vedo come una ‘bomba atomica’ con esperienze e abilità completamente diverse che insieme diventano una potenza incredibile. 

Come si svolge il processo di ricerca dei luoghi da visitare e consigliare? 

Ci sono vari processi: sicuramente sono fortunata ad avere un progetto insieme a due giornaliste di viaggio molto importanti ed inserite nel settore, che quindi hanno un portfolio di chicche in mano. Poi diciamo che passo la mia vita su instagram (che oramai è diventato il nuovo motore di ricerca) e cerco, guardo, mi ispiro. Word of mouth è anche essenziale: ascoltare ed essere sempre curiosi. 

Oltre ad essere una travel journalist, sei una social media manager. Cosa ami e cosa odi del mondo social? 

Bellissima domanda. Diciamo che sono incredibilmente fiera di me stessa per aver reso una passione il mio lavoro. Amo il modo in cui Instagram ti permette di scatenare la tua creatività e non solo – ho trovato molti amici tramite i social perché è stato anche un modo per collegarmi con persone che hanno le mie stesse passioni. È una piattaforma completa, che sicuramente ispira: dal viaggio alla cucina alla moda. Ma chiaramente ci sono cose negative: dal momento in cui ci si sveglia al momento in cui si va a dormire non si stacca mai. Inoltre, anche fare un semplice viaggio con il mio ragazzo significa un ‘tesoro aspetta devo fare una foto per Instagram’ – perché c’è sempre la voglia di condividere cose belle.

Cosa sogni per The Italy Insider? 

Punto sempre in alto. Il sogno più grande sarebbe di avere un cartaceo anche annuale, perché si, dicono che il cartaceo sta morendo, ma non c’è nulla di più soddisfacente di sfogliare e vedere il proprio lavoro stampato. È anche un modo per lasciare un segno. Mi piacerebbe anche che diventasse un punto di riferimento per tutti, Italiani e in tutto il mondo – e poi chi lo sa, estendersi anche a livello globale?

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