Mademoiselle Vintage Shop: un tuffo nel passato

Mademoiselle Vintage Shop nasce da un’idea di Chiara, che decide di mettere a disposizione le sue conoscenze e competenze in ambito vintage, dopo anni passati a scovare tesori nei mercatini e nelle soffitte.

In questa intervista ci ha raccontato del processo di ricerca, della sua epoca preferita al momento, degli appuntamenti speciali che organizza in negozio e molto altro.

Ciao Chiara, ci racconti come nasce Mademoiselle Vintage Shop?

Mademoiselle nasce dopo anni passati a scovare tesori nei mercatini e nelle soffitte, quando decido di mettere a disposizione di tutte le persone che varcano la porta (online e offline) del negozio, tutte le conoscenze sul vintage acquisite negli anni e tutte le meraviglie che continuo a trovare per loro. Perché vendere vintage non vuol dire solo vendere abiti. Chi vende vintage vende anche storie, emozioni, ricordi. Per questo Mademoiselle Vintage shop non è “solo” un negozio di abiti vintage, ma un posto dove sentirsi a proprio agio e trovare pezzi unici e selezionati, vintage, second hand ed handmade.

Il processo di ricerca nel tuo caso è fondamentale e spesso ti porta a conoscere storie interessanti. Ci racconti la storia di un capo che ha lasciato un segno nel tuo percorso?

Non c’è una storia in particolare alla quale sono legata in realtà, ma tutte fanno parte di me in egual modo. Dietro la mia scrivania, in magazzino, nel mio garage, accanto al mio letto, nella mia libreria, ovunque ho ricordi, oggetti, accessori o abiti legati alla mia ricerca e al vintage. Il cappello che sta accanto a me in negozio, vicino alla scrivania, lo comprai più di 10 anni fa ad un mercatino delle pulci con l’intento di non utilizzarlo mai ma appenderlo dietro di me quando avrei avuto un negozio tutto mio. Ho un profumo di Balmain anni 50 che mi è stato regalato da una ragazza che mi ha venduto tutti gli abiti di sua nonna. Mi disse esplicitamente di tenerlo sempre con me e non venderlo mai per tenere vivo il suo ricordo, sapeva che l’avrei tenuto con molta cura e amore.

Sicuramente è un lavoro molto bello, che ti consente di ridurre l’impatto ambientale, ma non semplice. Quali sono le maggiori difficoltà che ti capita di riscontrare?

Nel mio lavoro di base non trovo difficoltà, amo andare per mercatini e amo fare ricerca quindi la fatica non c’è, sto in piedi tanto ma ogni capo che guardo è amore. Ho sempre le farfalle allo stomaco. L’unico aspetto negativo che si riscontra oggi è che il vintage sta diventando il nuovo fast fashion, che da un lato va bene perché l’impatto ambientale è nettamente minore ma molto spesso non si acquista con la consapevolezza giusta ma d’impulso, solo perché di tendenza, senza capire davvero la qualità e il valore che si ha tra le mani. Il vintage è storia, la nostra storia, le nostre radici, le nostre idee, siamo noi, il nostro mondo. Sta sparendo, come tante cose belle non è infinito e il compito di una vera (o di un vero) VINTAGE SELLER è quello di prendersene cura.

Qual è l’epoca che preferisci ricordare attraverso gli abiti?

Negli anni ho sempre cambiato idea e credo che continuerò a cambiarla. A seconda di come cambio io, di come vedo le cose, di come sto. Al momento? ANNI 60. Amo i colori, i tessuti, i tagli, la storia, la musica, amo tutto di quell’epoca!

Ultimamente stai coinvolgendo figure professionali di altri settori, che inviti in negozio per degli appuntamenti speciali. Qual è la motivazione dietro questa scelta?

MADEMOISELLE!

Essere Mademoiselle è uno stile di vita, è avere la testa fra le nuvole, essere una sognatrice romantica ma anche una persona determinata, viva, dinamica e consapevole. Mademoiselle è parte attiva della comunità. Mademoiselle è condivisione, è curiosità, è conoscenza. Io sono così, o almeno ci provo, e mi circondo delle cose che mi piacciono, delle cose in cui credo o che ho voglia di conoscere. Il negozio è un luogo sicuro, dove si cresce e si evolve insieme. Se vuoi compri solo un jeans vintage, oppure un abito realizzato con tessuti di scarto, altrimenti puoi acquistare un libro o fare un aperitivo alla presentazione di un libro. Puoi fare un workshop con le amiche sulle Eco-Mestruazioni o puoi imparare a farti le trecce. Puoi avere un capo su misura cucito direttamente in negozio  o fare una consulenza d’immagine che ti aiuti a guardarti meglio. Si cresce insieme, Mademoiselle è tante cose. Tutte noi siamo tante cose, come potevo limitarmi solo a vendere vestiti?

Riguardo la questione sostenibilità, cosa ti auguri che la moda possa cambiare in futuro?

Riapriamo gli armadi delle zie, delle nonne, tocchiamo con mano la qualità di un tempo e questo ci farà capire cosa sia meglio per il futuro. Io intorno a me ho colleghe bravissime che si occupano di moda sostenibile. La loro ricerca  e la loro determinazione è d’ispirazione, ma chi compra ancora non è pronto. Ormai siamo abituati a pagare poco. Siamo abituati a trattare i capi come “usa e getta”. Siamo abituati a comprare compulsivamente, tanto costa poco e se non lo metto o si rovina lo butto. La moda sostenibile deve scardinare tutto questo.

Aprire l’armadio di nonna o semplicemente andare in un negozio vintage potrebbe aiutarci. La qualità e la cura dei capi hanno fatto si che questi arrivassero fino a noi. Nonna si è fatta fare un cappotto su misura nel 1957 da un sarto bravissimo 100% lana. Ha fatto tanti sacrifici per pagarlo ma quel cappotto le è durato tutta la vita. Dobbiamo guardare il passato e prendere spunto. Qualità, semplicità, armonia, bellezza.

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