Marlene Dietrich: anticonformista e femme fatale hollywoodiana

Femminilità. Il bene più prezioso di una donna. Il campo magnetico nel quale l’uomo viene attratto.

Marlene Dietrich
Marlene Dietrich by Eugene Robert Richee, publicity still for Morocco, 1930

Marlene Dietrich nasce a Berlino nel 1901 sotto il nome di Marie Magdalene Dietrich, figlia della piccola borghesia tedesca.
Sin da bambina sembra ben posare davanti alla cinepresa e si dedica alla musica, talenti che si riveleranno decisivi per la sua carriera in ascesa.
Inizia in tenera età a suonare pianoforte e violino, ma si diploma in canto all’accademia di Berlino.
Nel 1922 asseconda la sua vera passione: la recitazione. Intraprende questa strada iniziando dai piccoli spettacoli teatrali dove assorbe le tecniche e le regole che ruotano sul palcoscenico.
Allo stesso tempo fa il suo esordio nel cinema: ci troviamo nell’era del cinema muto in cui la stessa Marlene punta sull’espressività del volto.

Femme Fatale

Lo sguardo ammaliante, quel suo modo di socchiudere le palpebre e le movenze aggraziate lasceranno basiti i telespettatori del cinema muto. Con l’avvento del sonoro aver studiato canto si rivela vincente. La sua voce delicata e sensuale lascia ben presto incantati gli spettatori nelle sue performance canore.
Molti negli anni hanno avvicinato il suo nome al pari della grande star Greta Garbo.
Il successo arriva tutto insieme con il film L’Angelo Azzurro di Josef Von Stenberg che trova nella Dietrich la sua stella hollywoodiana. Il regista realizzerà solo sei film ad Hollywood tutti esclusivamente con lei.
In questo film, il primo tedesco con l’avvento del sonoro, interpreta Lola, una donna super sensuale e cinica. Il ruolo femminile risulta essere talmente nuovo e affascinante al pubblico, che il suo personaggio andrà ad oscurare il protagonista maschile.

Un altro film che creò scalpore, il suo secondo film di grande successo, fu Marocco (1930) in cui apparve sul grande schermo vestita interamente da uomo: frac, cappello a cilindro e calze a rete.
La sua performance canora lasciò tutti basiti, per non parlare del bacio che diede ad una donna, il primo bacio omosessuale del cinema.
La sua interpretazione da protagonista in Marocco la portò a candidarsi all’oscar come Miglior Attrice Protagonista, anche se poi di fatto non riceverà il premio.

Marlene Dietrich by Eugene Robert Richee, publicity still for Morocco, 1930

Donna libera, intraprendente, anticonformista

Per i tempi, la sua personalità libertina spiccava non poco: una donna libera dalle convenzioni sociali, dai pregiudizi e dai giudizi della gente.
Questa sua libertà fu senza dubbio fortemente agevolata dalla Berlino degli anni, in cui le donne risultavano essere talmente intraprendenti da potersi permettere qualunque tipo di manifestazione.
Era la diva del momento, e se si parlava di lei per i ruoli, a volte scandalosi che interpretava, lo si faceva anche per la sua vita privata: aperta al poliamore, appariva in abiti firmati Schiaparelli e indossava i pantaloni, considerati al tempo trasgressivi.
Orgogliosamente tedesca, rifiuta Hitler e ripudia la Germania, prende una posizione antinazista che la porterà non solo a rifiutare le avances del Fürher che la vorrebbe come amante, ma addirittura a rinunciare alla cittadinanza tedesca, diventando ufficialmente cittadina statunitense.

L’attrice vive i suoi ultimi anni di vita a Parigi, dove si spegne nel 1992. Ciò che al suo funerale balzò all’occhio era la moltitudine di persone, tra cui molte figure dello Stato, come ambasciatori di altri Paesi, anche se non compare nessuna figura pubblica della sua patria madre.
La Germania e i tedeschi la consideravano una traditrice. Lei ha sempre rimarcato il suo profondo legame con la sua patria, dove ha poi voluto essere sepolta, nonostante molti hanno continuato ad incolparle la sua scelta antinazista.

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